Produzioni
Repertorio

LA VOCE A TE DOVUTA
RECITARCANTANDO
D'AMORE E DI ALTRE COSE DELL'ANIMA
Con l’espressione recitar cantando si indica quel nuovo stile musicale che, verso la fine del XVI secolo, la Camerata de’ Bardi di Firenze propose in opposizione all’articolata polifonia del madrigale, nell’intento di tornare a rendere alla musica cantata l’antico e più puro connubio tra parola e suono. Col restituire valore ai testi cantati e alle possibilità espressive della monodia, da queste istanze sarebbero di lì a poco nati il melodramma e il teatro in musica.
Andando a riprendere come puro e semplice motivo di partenza le idee della Camerata fiorentina, il programma qui proposto si dipana nell’esecuzione a formazioni modulari (femminile, maschile e mista) di composizioni corali di autori contemporanei che, prendendo vita da testi poetici classici, moderni e contemporanei, trovano proprio in quello stretto connubio tra parola e suono la ragione della loro stimolante attrattiva.
Strutturato attorno alla recitazione dei testi originali e all’esecuzione di brani strumentali, il nucleo tematico di questo percorso di poesia in musica è suggerito dalla citazione diretta del titolo di uno dei più celebri poemi d’amore del ‘900, La voce a te dovuta (1933) dello spagnolo Pedro Salinas (1891-1951), il quale a sua volta lo eredita dal verso 12 (la voz a ti debida) della III Egloga di Garcilaso de la Vega (1501-1536), una fra le maggiori figure della poesia spagnola.
L’amore, dunque. L’amore che è sentimento ed emozione, ma che è soprattutto pungolo costante all’investigazione interiore, continua ricerca di “un’anima all’interno dell’anima”, come scrive Percy Bysshe Shelley (1792-1822) nel poemetto Epipsychidion (1821), opera dalla quale Salinas trae l’exerga che appone al proprio poema: “Tu Meraviglia, e tu Bellezza, e tu Terrore!” (Thou Wonder, and thou Beauty, an thou Terror!). Questo “tu”, indistintamente riferito alla persona amata o all’amore in quanto tale, riecheggia nel tempo e nello spazio - dal Cantico dei Cantici a Pascoli, da Catullo a Neruda, dalle canzoni popolari a Rilke - in parole che si fanno suono esteriore ed interiore, in versi che pulsano del misterioso ritmo delle cose dell’anima.
L’INTELLIGENZA DELL’AMORE

Il giglio e la rosa - Un percorso tra le diverse emozioni dell'amore
In questa raffigurazione sonora dell’amore, melodie nuove e antiche, armonie sacre e profane si alternano a testi poetici e brani strumentali come in una composta danza. Fra sacre citazioni bibliche e più laiche voci contemporanee, “amor sacro” e “amor profano” si intrecciano a ritmo cadenzato entro l’andare e il tornare di immagini sonore che cercano di suscitare nell’inconscio di chi ascolta una più consapevole intelligenza dell’amore. Di un amore che è sentimento sempre e mai compreso, ma anche di un amore che è strumento di più attenta cognizione delle cose e del mondo.
Emblemi di questo percorso musicale e poetico, il giglio e la rosa sono arcaici simboli di un impulso vitale che, trasformandosi nello spazio e nel tempo delle culture di popoli e civiltà, conferisce forma e senso a quella comune vicissitudine sospesa che chiamiamo vita. Il suono delle melodie e delle armonie, il senso delle parole e delle poesie, appaiono in tal modo all’ascolto come ciò che resta di ciascuna di quelle vite che, fra passato e presente, l’amore hanno vissuto e cercato di comprendere. Una sorta di eredità a noi affidata, quasi il doveroso compito di un più responsabile discernimento del nostro stesso esistere.
Organico: Coro - Pianoforte/organo - Voce recitante
Durata: 90’
SUONO DI OGNI PRINCIPIO
La figura musicalmente narrata in questa sorta di oratorio è quella della virgo, quella più tradizionalmente intesa (che fa dire ad Ambrogio nel De Virginibus: “La verginità è la più alta forma di testimonianza dell’amore”), ma anche la figura della virgo più classicamente recepita, quella di una giovane donna che racchiude nel corpo e nell’anima il mistero della vita. Per ricondurre a unico tema i due caratteri di tale virginitas, ci si è ispirati alla compiutezza teologica e poetica della figura della regina Sulamith espressa dall’alta poesia del Cantico dei cantici: la sposa che ha nel suo stesso nome la leggera bellezza della colomba e il sacro potere di un amore che diviene Sapienza.
La sapienza della bellezza

La rappresentazione si struttura in una parte sacra e in una parte profana. Nella prima vengono proposte melodie sacre, dall’antico canto gregoriano alla polifonia sacra contemporanea, che vanno a tratteggiare figure femminili della tradizione della fede cristiana orientale e occidentale. Nella seconda si succedono invece ritratti di figure femminili che, per quanto provenienti da tradizioni musicali profane e popolari, sono a loro volta riconducibili al manifestarsi di una sacralità dell’amore che è bellezza e sapienza.
Le due parti sono come incorniciate dall’annuncio e dal ritorno di un tema musicale-strumentale che - unitamente a compiute coreografie - evoca quasi arcaicamente gli elementi primordiali che hanno dato forma alla vita.
Il delinearsi e lo sfumarsi di figure femminili sacre e profane attorno al nucleo centrale della virgo è inoltre guidato da suggestioni poetiche tratte da alcune fra le voci più rappresentative della poesia contemporanea. Esse inducono l’ascolto alla percezione della segreta bellezza e arcana sapienza di un amore che si manifesta come suono di ogni principio.
Organico:
Coro - Voci femminili - Soli - Tastiere elettroniche - Danzatrice - Voci recitanti
Durata: 90’
LAUDEMUS VIRGINEM
Il misurato alternarsi di brani vocali, brani strumentali e di testi mistici e poetici attorno alla figura di Maria danno forma a questo concerto-meditazione dalla struttura tematicamente tripartita: dapprima “La Madre”, dove Maria viene cantata nel suo aspetto più umano e femminile; poi “La Addolorata”, dove la Madonna è colta nel suo estremo dolore ai piedi della croce; e infine “La Glorificata”, dove la Madre di Dio viene esaltata dalla tradizione di una fede che la innalza alla gloria dei cieli.
Meditazione sulla figura di Maria

Il percorso musicale si caratterizza per la presenza di brani che spaziano dal canto gregoriano al Llibre Vermell de Monserrat (sec. XIV), dalla liturgia ortodossa alla polifonia classica e contemporanea.
Il parallelo percorso testuale e strumentale fa da controcanto meditativo a una esperienza di ascolto che, oltre alla dimensione estetica, esalta quella più propriamente mistica, in un approccio meditativo che pone in luce tratti originali e inattesi della figura di Maria.
Organico: Coro - Voci femminili - Pianoforte/organo -Voce recitante
Durata: 75’
PUER NATUS
Centro tematico di questo concerto-meditazione per il Tempo dell’Avvento è il motivo dell’attesa, come si può evincere dall’espressione latina Ero cras (domani sarò qui), utilizzata sin dal sesto secolo come acrostico inverso delle lettere iniziali dei sette appellativi biblici con cui viene invocato Gesù Cristo al primo verso di ciascuna delle sette antifone intonate nelle ferie maggiori dell’Avvento (dal 17 al 23 dicembre).
Ero cras (domani sarò qui) - Elevazione in musica in tempo d'Avvento

Il tema dell’attesa, teologicamente connesso a quello della rivelazione finale, si dispiega in un percorso musicale che si caratterizza per la presenza di brani che spaziano dal canto gregoriano alla liturgia ortodossa, dalla polifonia classica e contemporanea ai brani della tradizione popolare natalizia.
Il percorso testuale e strumentale fa da complemento meditativo a una esperienza che, oltre alla dimensione dell’ascolto, introduce con rinnovato stupore al grande mistero del Dio che si fa uomo.
Organico: Coro - Pianoforte/organo -Voce recitante
Durata: 75’
COME NIENTE, COME LA NOTTE
Dopo i campi di sterminio, i canti appartenenti alla cultura del popolo ebraico sono quasi divenuti il segno di una memoria collettiva che risuona come anti-dolcezza, che parla la lingua acre di una tragedia, che lascia inevitabilmente all’ascolto il retrogusto dell’amaro ricordo di tutti gli amori e di tutte le vite sfiorite nei giardini avvelenati della Shoah.
Il dovere della memoria

In una sorta di gioco volontario e involontario dell’andare e del venire dei ricordi, i testi musicali e poetici qui proposti tentano di attraversare, quasi senza una precisa direzione, il territorio della memoria del popolo ebraico, della sua cultura poetica e musicale, della sua identità dispersa e sparsa nella storia del mondo, ma anche così fortemente unita e riconoscibile sempre e ovunque, come sorretta dalla volontà di conservazione identitaria di un sé collettivo benedetto e, al tempo stesso, maledetto alla sua peregrinazione esistenziale.
Far risuonare anche oggi, nel doveroso atto della memoria, quelle voci e quelle parole è gesto che - al di là delle forme scelte e delle rievocazioni storiche - intende innalzare a un popolo intero una sorta di lauda laica, un dramma attonito, un composto dialogo tra le urla di quei martiri e il grido del dolore incessante che fa anche di tutti noi, indistintamente, un popolo che cammina nel buio del deserto dietro una colonna di fuoco.
Organico: Coro - Fisarmonica - Clarinetto - Voce recitante
Durata: 80’
PEREGRINAZIONI
Questo percorso sulle tracce della tradizione musicale italiana e internazionale passa in rassegna brani di genere e di ispirazione popolare provenienti dall’Italia, dalla Spagna, dalla Bosnia-Erzegovina, dall’Ungheria, dall’Irlanda, ma anche da altre culture, compresa quella così singolare della musica ebraica in lingua yiddish.
Sulle tracce della tradizione popolare europea

Tutti i canti si contraddistinguono per la presenza di originali intavolature armoniche che infondono nuova energia al doveroso impegno della tradizione di queste smarrite melodie.
Come in un viaggio fatto più di peregrinazioni che di percorsi, l’ascoltatore è così condotto alla composizione di frammenti musicali che, ciascuno con le sue peculiari caratteristiche, danno forma a una immagine dell’Europa percepita tramite le storie umili e silenziose degli individui, dei popoli e delle culture che hanno abitato e che abitano i suoi cieli e le sue terre.
Organico: Coro
Durata: 80’
VERE PASSUM
Quasi fosse un racconto della passione e morte di Cristo, questo concerto-meditazione per il Tempo di Quaresima si struttura in una successione di capitoli musicali, narrativi e teologici che conducono l’ascoltatore alla ricerca del volto di Gesù che si appressa alle soglie della propria morte.
Cerco il tuo volto

Dimensione umana e dimensione divina si intrecciano e si sconvolgono nel momento della condanna, sulla via della croce, sul Calvario, nella constatazione che “Tutto è compiuto”, nel riconoscimento finale allo squarciarsi del velo del Tempio. Sullo sfondo emotivo, e al tempo stesso teologico, il tema della fede nella resurrezione.
La narrazione musicale è condotta attraverso temi e immagini tratti da inni, antifone e salmi dell’antico canto gregoriano, collocati in efficace contrasto con la reinterpretazione di quegli stessi motivi da parte di autori moderni e contemporanei. Mirati brani strumentali, testi biblici, testi della tradizione letteraria religiosa, testi mistici e teologici fungono da amplificazione meditativa per un ascolto che pone il credente, e non solo, in un rapporto emozionale ed austero con l’imprescindibile dato immanente e trascendentale della morte in croce di Cristo.
Organico: Coro - Pianoforte/organo -Voce recitante
Durata: 75’
LA SPIAGGIA, IL MONTE E IL GIARDINO
La funzione svolta dalla musica nella complessa architettura poetica della Commedia trova nella cantica intermedia del Purgatorio un passaggio ad “alta densità melodica”. Praticamente del tutto assente nell’Inferno, a partire dai primi otto canti del cosiddetto Antipurgatorio la presenza del canto gradualmente si evidenzia a segnare le fasi del viaggio del Dante pellegrino, prima attraverso le cornici del Purgatorio vero e proprio, e da ultimo nella divina foresta del giardino edenico in cima alla sacra montagna, e poi su su sino al Paradiso.
Voci e suoni nel Purgatorio di Dante Alighieri

Tuttavia, rispetto alla ineffabile esperienza uditiva dei polifonici suoni prodotti nei cieli descritti nell’ultima cantica, la musica della seconda cantica si caratterizza per una dimensione per così dire più umana: è un melodiare che rievoca nei protagonisti del viaggio e, non da ultimo, nel lettore stesso, esperienze di musica terrestre inerenti alla prassi del canto liturgico. Immediatamente riconoscibili e individuabili, i canti intonati nelle diverse tappe del viaggio rientrano in un contesto relativo alla pratica compositiva religiosa. Le anime che, come scriveva De Sanctis, “sono esseri musicali”, vivono così anche attraverso la musica la prospettiva di un recupero e di una progressiva purificazione della loro memoria.
Ed è una musica che si distingue per la forte presenza della monodia, in particolare liturgica, in più punti basata su sequenze melodiche semplici, eseguite secondo la prassi del cantus planus del repertorio gregoriano: inni, salmi e beatitudini incarnano vocalmente per Dante il desiderio di purificazione delle anime nella loro corale ascesa, entro un disegno poetico-musicale che ha tutto l’aspetto di un “immenso dramma liturgico”.
Il progetto, che trova piena realizzazione nella collaborazione sinergica di voce recitante e voci gregoriane, si può idealmente strutturare in tre serate (La spiaggia – Il monte – Il giardino) come una sorta di viaggio sonoro la cui potenza evocativa e visionaria sarà ulteriormente esaltata dalla musica scritta per l'occasione da Massimo Annoni, musica che aprirà la prima serata, evocando l'Inferno, e chiuderà la terza serata anticipando il Paradiso.
Più costretta, comunque possibile anche se meno efficace, la strutturazione del progetto in un’unica serata.
Organico: Voce recitante Gian Franco Freguglia
Voci gregoriane ModusNovi Ensemble
Guest conductor: Massimo Annoni
Opzione in tre serate - durata: 90’ ciascuna
Opzioni in una serata - durata: 110’ ca.
Le immagini sopra riportate si riferiscono a dipinti e a dettagli di dipinti di Tiziano (Amor sacro e Amor Profano), Botticelli (Nascita di Venere), Raffaello (Madonna Sistina),
Giotto (Natività di Gesù - Cappella degli Scrovegni), Giovanni Cariani (Incontro con la Veronica), Gustave Doré (Incisione - Purgatorio, incontro con Pia de' Tolomei).
Le immagini in bianco e nero sono di M. Robotti e A. Riva